Come scrivere un curriculum efficace: 13 accorgimenti

Di articoli su come scrivere un curriculum efficace è piena la rete, potresti obiettare. Senza la pretesa di voler essere un riferimento, questo articolo ti propone 13 punti, a modo di checklist, per assicurarti un curriculum ben costruito, chiaro, esplicativo, interessante e, soprattutto, capace di attirare l’attenzione della persona che lo leggerà. Perché di questo si tratta, essere originali e unici con il proprio curriculum, per emergere tra i tanti che ogni azienda riceve. E se l’obiettivo del nostro curriculum è quello di aprirci le porte verso il passo successivo, ossia il colloquio, proviamo a fare tredici!

Dobbiamo ricordare che il nostro obiettivo è questo: il nostro curriculum dev’essere l’aperitivo, far venir voglia di mangiare e di dare un’occhiata al menù. Non dev’essere uno strumento del nostro ego per raccontare la nostra vita al nostro interlocutore, piuttosto, per ottenere il nostro scopo utilizzeremo la formula “meno è più”.

Pronti, con la schedina alla mano? Proviamo a fare tredici con la nostra checklist per un curriculum efficace:

1. Modello: usiamo il modello di CV europeo o uno personalizzato, però con classe

Il modello di cv europeo è sempre più lo standard, anche se richiede una certa dose di attenzione affinché abbia un buon aspetto estetico finale e non sia monotono e poco originale. Il rischio è quello di passare inosservati tra i tanti cv ricevuti, e non è quello che vogliamo. Per questo dovremo riuscire a richiamare l’attenzione senza però esagerare. Ci sono molti modelli che possono adattarsi al lavoro per il quale stiamo presentando la nostra candidatura (non ci si aspetta lo stesso grado di creatività da un pubblicitario o da un gestore di recupero credito), se ne troviamo uno che sposa le nostre necessità sentiamoci liberi di aggiungervi un tocco personalizzato che lo renda unico (di nuovo, ricordate, senza esagerare).

2. Lunghezza: non più di due pagine

Qui è dove le divergenze tra candidato e selezionatori iniziano a farsi importanti. I primi vogliono tenere tutto sotto controllo e spiegare minuziosamente ogni dettaglio o esperienza, i secondi visualizzano decine di cv ogni giorno e dedicando pochi minuti (se non addirittura una rapida occhiata) alla formazione, all’ultima esperienza relazionata con il posto di lavoro, alla conoscenza delle lingue, ai motivi di cambio, al luogo di residenza e al salario hanno abbastanza elementi per decidere se il posto di lavoro fa per voi o meno.

La capacità di riassumere ed essere sintetici è una virtù, ricordatevelo, e saper riassumere queste informazioni importanti in non più di due pagine darà al vostro curriculum molte chance in più della media. Tanto più sarete in grado di facilitare il lavoro di chi dovrà selezionare i candidati attraverso un curriculum snello e agile, quante maggiori saranno le possibilità (se il vostro profilo è compatibile) che il vostro cv venga letto con attenzione.

Ci sono professionisti con molti anni di carriera alle spalle che inviano cv di 5-6 pagine con informazioni dettagliate su ogni progetto al quale hanno lavorato. Se sei tra questi, tieni questa versione estesa del tuo cv per quando ti chiederanno maggiori informazioni, e sintetizza la tua carriera in un paio di pagine di “antipasto”. Il rischio, con un curriculum troppo lungo, non è che non venga letto con attenzione, è che molto probabilmente non verrà letto per nulla!

3. Ordine: primo piatto, secondo piatto e dolce

La sequenza delle informazioni che presentiamo deve avere un ordine logico. Il consiglio è quello di seguire un ordine che non si discosti troppo dal classico: dati personali, obiettivo professionale, formazione, esperienza, lingue, informatica, formazione complementaria e informazioni aggiuntive.

4. Dati personali: imprescindibili e attualizzati

Nome e cognome, indirizzo (il tempo impiegato da casa all’ufficio potrebbe essere uno dei fattori presi in considerazione), telefono cellulare (se al fisso non siete localizzabili sempre, non aggiungetelo) e email (serio e professionale, evitare cose tipo babybluelove77@sito.com, ma scegliete piuttosto un mail nominativo del tipo nome.cognome@sito.com). Per quanto riguarda l’email, importante che sia inoltre un indirizzo che controllate quotidianamente, poiché potrebbero contattarvi tramite questo canale.

Se credi che l’età possa giocare contro di te nel corso del processo di selezione (vale sia per i giovani senza esperienza che per chi pensa “alla mia età è difficile reinserirmi nel mondo del lavoro), puoi sempre indicarla come “informazione aggiuntiva”, così da non influenzare chi leggerà il tuo curriculum e lasciandogli la possibilità di valutarlo in maniera obiettiva, indipendentemente da questa variabile.

La fotografia è un punto sul quale ci sono opinioni divergenti. C’è chi crede che sia importante, chi invece pensa che in questo modo aggiungiamo al nostro cv un’informazione che potrebbe (anche se non dovrebbe) in qualche modo condizionare la persona che sta selezionando le candidature. Personalmente l’ho sempre aggiunta nei miei cv, però anche in questo caso vale il buon senso: quella foto scattata all’addio al celibato del vostro miglior amico, dove siete immortalati con una birra in mano e gli occhi stralunati non va bene. No, neanche se siete usciti fighi. Meglio un classico e semplice primo piano, magari sorridente.

5. Obiettivo professionale: parola d’ordine “semplicità”

Se al tuo cv aggiungi una lettera di presentazione nella quale accennerai brevemente al tuo background professionale e al perché hai presentato la tua candidatura, questo punto potrebbe anche essere superfluo. Personalmente preferisco spiegare il tutto in un paio di righe proprio nella lettera di presentazione, piuttosto che nel curriculum, ma se questa non dovesse essere la vostra scelta, cercate di essere brevi, chiari e concisi. L’obiettivo professionale non è la parte più determinante del vostro cv.

6. Formazione: solo le cose importanti

Innanzitutto indicate la formazione accademica e officiale (laurea, master) per ordine di importanza. A meno che non apporti un chiaro “più” alla vostra candidatura (per esempio nel caso in cui abbiate frequentato un istituto prestigioso o internazionale) sentitevi liberi di omettere la formazione superiore, normalmente è poco rilevante e in molti casi molto diversa dal successivo percorso di studi.

Nella parte finale del curriculum possiamo comunque aggiungere, alla voce informazioni aggiuntive, le formazioni non ufficiali alle quali abbiamo partecipato, i seminari o i corsi professionali e le certificazioni relative alla nostra professione o che denotino uno spiccato interesse verso un’area determinata o il nostro essere sempre aggiornati.

7. Esperienza: focalizzata al profilo

L’ordine cronologico di lettura in questo caso dev’essere dall’esperienza più recente fino alla più antica, sempre ricordandoci che ha senso inserire solo quelle esperienze lavorative che possono apportare qualcosa a livello professionale alla nostra candidatura. Se nelle estati tra un anno accademico e l’altro lavoravate alla gelateria di vostro zio, difficilmente questo impressionerà il selezionatore del personale che sta esaminando il vostro cv per una posizione di responsabile marketing.

In ogni esperienza lavorativa che indicheremo dovremmo specificare: datore di lavoro, data di inizio e fine rapporto, posto coperto e funzioni. Anche in questo caso è importante riassumere e sintetizzare, dando maggior importanza alle funzioni che abbiamo svolto e che pensiamo possano giocare a nostro favore come candidati per un nuovo lavoro, ci sarà tempo poi durante il colloquio per approfondire ogni singola esperienza lavorativa se richiesto.

8. Lingue: come mai parli inglese?

Lingua materna e il livello (autentico) delle lingue straniere conosciute. Nella maggior parte dei curriculum la gente indica “inglese, livello medio-alto”, che per i selezionatori significa “livello medio-basso”. Se disponiamo di una certificazione sarà buona norma aggiungerla per certificare in qualche modo il nostro livello di conoscenza della lingua, sempre e comunque più affidabile di un’autovalutazione. Se abbiamo preso lezioni private o abbiamo vissuto all’estero, questo è il momento di specificarlo nel nostro curriculum.

Quanti più dati obiettivi possiamo fornire per certificare la nostra conoscenza delle lingue, tanto meglio. Mentire non ha senso, nel 100% dei casi, se verremo chiamati per un colloquio, dovremo dimostrare la nostra conoscenza.

9. Informatica: tecnologia e identità online

In questa sezione del curriculum potremo aggiungere i programmi, gli strumenti, i linguaggi di programmazione e i sistemi operativi che conosciamo e che sono rilevanti per il posto a cui stiamo candidandoci. Anche in questo caso, specificare un livello di conoscenza ed eventuali certificazioni serve da un lato a facilitare la valutazione del selezionatore e dall’altro a conferire autorevolezza al nostro profilo.

Infine qui possiamo anche indicare la nostra identità online: profilo di linkedin, twitter o blog (c’è bisogno di aggiungerlo? come sopra, anche in questo caso il buon senso dev’essere il metro per decidere se aggiungere o meno il vostro blog di foto del vostro gatto)

10. Formazione complementaria: aggiungi delle stelle al tuo profilo

Come detto in precedenza, questo è il posto ideale per aggiungere quelle informazioni estranee alla formazione accademica e ufficiale. Corsi di lingua, eventi, seminari e altre formazioni rilevanti possono essere aggiunte al nostro curriculum vitae in questo punto, indicando sempre un’indicazione temporale e, se rilevante, le ore investite in quel determinato corso o formazione. Scusate se mi ripeto, ma il brevetto di immersione che avete ottenuto nell’ultima vacanza in Thailandia è sicuramente interessante, ma è altrettanto certo che si tratta di qualcosa di irrilevante se vi state candidando a un posto di grafico.

11. Informazioni aggiuntive: di tutto un po’

Qui termina il nostro cv. Se abbiamo attirato l’attenzione del nostro interlocutore fino a qui cerchiamo di non rovinare tutto proprio adesso! In questa sezione riporteremo solo quelle informazioni rilevanti ma che non avevano una dimensione propria nelle voci anteriori, come ad esempio se disponiamo di patente di guida o di auto, se siamo disposti a viaggiare o a cambiare di residenza, una breve descrizione dei nostri hobby, ecc. È il momento, insomma, per dare un tocco personale al nostro cv.

12. La forma: quel che dici e come lo dici

Pensa che l’immagine che il tuo cv da di te è la prima impressione che il selezionatore avrà della tua candidatura. Costruire qualcosa di coerente con il quale trasmettere le nostre capacità e aspettative dev’essere il nostro obiettivo.

Meno è più: evitare la retorica e le ripetizioni, senza tuttavia arrivare ad assumere un tono formale o confidenziale. Evitare di parlare in terza persona come se scrivessimo la biografia di noi stessi e non complicarsi la vita con stili e font che non siano il classico Times New Roman o Arial sono altre due cose da tenere a mente.

13. Errori di ortografia e bugie: no!

Controlliamo il nostro curriculum tutte le volte necessarie fino ad essere certi che non si siano strafalcioni. Un grossolano errore grammaticale può spogliare di ogni credibilità il nostro profilo professionale e compromettere la nostra candidatura.




E ricordiamoci anche che le bugie hanno le gambe corte. Mentire nel curriculum può sembrare qualcosa di innocuo, ma potrebbe portare a conseguenze disastrose. Potreste essere convocati per un colloquio e magari il vostro interlocutore vorrà approfondire proprio quel punto fondato sul… nulla! Se decidete di mentire o di modellare in qualche modo le vostre esperienze o conoscenze, fatelo in modo che risulti una piccola bugia, funzionale a dare coerenza al vostro profilo e che non possa in nessun modo mettervi in difficoltà al momento del colloquio. Se avete lavorato come stagista e vi dichiarate manager è possibile che prima o poi (sempre che ci sia un “poi” successivo al colloquio) verrete smascherati.

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